Mi chiamo Giancarlo, ho 62 anni, abito a Grottammare (AP) e sono pescatore. Dalla mia infanzia avvertivo fenomeni strani, accentuati di martedì e venerdì, che mi incutevano terrore e mi davano forti brividi alla schiena. Per paura mi rifugiavo sempre nelle braccia di mia madre. Non sapevo nulla dell’origine di questi fenomeni ed anche crescendo non riuscivo a capirne il perché. Mia madre era molto credente, andava tutti i giorni a messa e pregava tutti i giorni il rosario, anche lei diceva di sentire questi fenomeni e reagiva ad essi mettendosi in ginocchio e pregando ancora il rosario. Queste battaglie spirituali avvenivano tutte le notti. Mamma era anche molto devota a S. Rita.
Mi fidanzai e mi sposai. I fenomeni avvenivano sempre ma mia moglie non ci credeva cosicchè soffrivo in silenzio e in solitudine. Il nostro primo figlio nacque prematuro e lo misero in incubatrice. Il professore ci disse che era in condizioni precarie: spesso si fermavano il respiro e i battiti del cuore. Aveva un pessimo colore. La notte mia moglie sognò una donna bellissima che le disse: “Coraggio, tuo figlio non morirà!”. Il giorno dopo incontrammo la suora dell’ospedale che ci disse queste parole: “Questa notte la Madonna vi ha fatto il miracolo: il bambino è fuori pericolo!” Volevamo un secondo figlio, ma ogni volta che rimaneva incinta mia moglie perdeva il bambino. Dopo 12 anni mia moglie rimase nuovamente incinta e sognò ancora la Madonna che le assicurò la buona riuscita della gravidanza. Così nacque il nostro secondo figlio.
I fenomeni continuavano sempre. Un giorno mia madre seppe di un frate molto bravo a pregare e ci portò tutti da lui. Durante la preghiera si manifestò colui che ci causava questi fenomeni. Pregò intensamente su di noi più volte, ma non riuscì a liberarci. Il frate allora ci mandò da un altro sacerdote. Questi ci insegnò a pregare , a tornare a Dio attraverso i sacramenti e ad aver fede in Gesù e la Madonna per la liberazione definitiva. Quando tornavo dal mare il fine settimana andavo tutti i giorni a messa, anche due volte al giorno,mi recavo da mia madre e pregavamo il rosario con un gruppetto di persone. Questo sacerdote pregò per me e mi portò anche nel santuario di san Vicinio per un preghiera con il collare, reliquia del santo. Come mi mise quel collare caddi a terra e si manifestarono ancora direttamente la presenza e le lingue del Nemico. Ma anche quel giorno non avvenne la liberazione definitiva. Andai in pellegrinaggio con un forte gruppo di preghiera a Mediugorie. All’inizio della Via Crucis sul Krizevac mi si paralizzarono le gambe e neanche con due fratelli che mi sostenevano riuscivo a trascinarmi. Molti pellegrini salivano scalzi. Io ebbi una spinta interiore a fare altrettanto. Tolte le scarpe, appena toccata la terra con i piedi, fui totalmente liberato e potei camminare così bene che mi sembrava di volare. Ma non era finito qui. Il venerdì digiunammo e pregammo per tre ore guidati da padre Jozo nella sua cappella personale dove teneva il SS. Sacramento sempre esposto. Fu una battaglia durissima, ma neanche qui fui liberato. Sentii però come una voce interna che mi diceva che la mia liberazione sarebbe avvenuta nel mio paese e con il mio gruppo di preghiera.
Quando avevo le crisi il Nemico mi diceva: “Vuoi bene a Gesù?” “Si!” gli rispondevo, “Allora devi soffrire come Gesù!”. Quindi mi buttava per terra, mi metteva mani e piedi a forma di croce e mi faceva sentire i dolori di Gesù crocefisso. Un sabato (era a maggio del 1989), dopo aver preparato per bene la preghiera di liberazione , pregammo con un gruppo di carismatici. C’erano anche due sacerdoti. In quella occasione avvenne la mia grande e definitiva liberazione, per la quale lodo e ringrazio sempre il Signore mio Dio e mio Re.
Questi sono i fatti principali della mia liberazione, ma sono successi tanti altri fatti prima e dopo che non ho elencato.
In forza di questa mia esperienza dico a tutti: fratelli e sorelle, Gesù è grande e misericordioso, non vi stancate mai di lodarlo, pregarlo e di pregare in famiglia il rosario per amore di Maria, alla quale devo i miei due figli. Siate perseveranti in preghiera perché il Nemico è sempre in agguato. Anche se siete colpiti da varie prove non abbattetevi, ma cercate rifugio nel Signore Gesù e nella sua Mamma celeste. Sono contento se qualche fratello o sorella avesse bisogno del mio aiuto di poter fare quello che posso per lui.
Fede, Fede,
vostro fratello Giancarlo