GIANNI

SABATO 5 GENNAIO ORE 20:00 TUTTO CAMBIA!!!

Stavamo serenamente in casa quando ad un certo momento mi accorgo che Doriana perde conoscenza ed io subito la chiamo la strattono ma lei non mi sente il suo corpo non si muove... Molti dettagli li sorvolo perche è ancora presto per parlarne sia per mia moglie Doriana che per me.

Dopo la mezzanotte "Epifania del Signore"mi trovo nel reparto UTIC di AP, due dottori mi vengono incontro e mi dicono: "Sua moglie è salva, è VIVA! Ma per il resto non possiamo dire nulla perche non sappiamo come il corpo reagirà... Abbiamo messo uno stent salvavita alla coronaria principale del cuore, "GRAVE INFARTO ISCHEMICO CON ARRESTO CARDIACO". E aggiungono che non sempre si rimane in vita dopo un episodio del genere. Avvisai solo Giuliano il responsabile del gruppo Ultreya (di cui io e Doriana facciamo parte) chiedendo preghiere, che lui sin da subito non fece mancare. Io avevo la certezza che sarebbe rimasta in vita già dopo qualche minuto che era successo il fatto in casa... Appena mi sono accorto che non sentivo più il suo respiro ho chiamato subito il 118 e nel frattempo insieme all'operatore telefonico, il Signore mi ha dato la forza per iniziare il massaggio cardiaco e dopo qualche minuto è arrivato Alessandro un vicino di casa nostro amico (infermiere al PS di SBT) avvisato dalla nostra coinquilina  e  dopo  poco è arrivata  l'ambulanza.  Sin da subito ho  implorato il Signore ... volevo pregare ma non ci riuscivo, ho detto qualche Ave Maria e ripetuto pin volte il Nome di Gesii e mi 6 capitato tra le mani il Santino di S.Antonio da Padova e subito ho chiesto il Miracolo!. Una volta partiti con l'ambulanza ho telefonato a Giuseppe il fratello di mia moglie che insieme alla moglie mi hanno raggiunto ad Ascoli, mentre alla madre gli verra detto da lui e al padre con l'altro fratello Marco li ho avvisati io domenica mattina. Tutti sconvolti e addolorati! Nel pomeriggio di domenica 6 gennaio andai da Don Marco e raccontai il tutto e subito lui mi disse che voleva pregare per Doriana su di me invocando lo Spirito Santo ed io subito gli ho detto di si. Fu una grande emozione e da li' inizio tutto il mio percorso di richiesta di preghiera per Doriana per la sua completa guarigione, ispirato dallo Spirito Santo e guidato dal Signore che mai mi ha lasciato solo! Io ero sconvolto distrutto ma sono rimasto lucido e pronto, dopo che Don Marco aveva pregato su di me , ho avvisato Daniela per informare la comunita di Incontro Matrimoniale e Stefano per il Gruppo del RNS S.Basso  di Cupra Marittima dopodiche i vari sacerdoti conusciuti negli anni in modo particolare: Don Marco,Padre Dario, Don Armando, Don Dieu, Don Gianluca Pelliccioni, Padre Renato Pegorari...poi i vari conventi di suore e di frati... la scuola di teologia, e amici e parenti tra cui mia madre e mio fratello, tutti per pregare per mia moglie chi offrendo le messe,chi facendo il Rosario,preghiere di gruppo ...e via dicendo... Doriana è arrivata anche a far pregare in Salvador, Medjugorie, Cracovia, e tramite Don Roberto Traini anche alla giornata mondiale dei giovani a Panama. Dopo qualche giorno si sono creati tre punti dove poter pregare in comunita per Doriana, il martedi' da Don Marco a Martinsicuro anche in diretta you tube, il giovedi' da Padre Dario a S.Maria a Mare e una volta alla settimana a Cupra Marittima dove si alternavano le iniziative di Don Armando o Don Matteo o Stefano. Oltre come gia detto i vari gruppi amici e parenti in privato. Io nell'orario di entrata al reparto di rianimazione ero sempre presente sia di giorno che alla sera, andavo da mia moglie la accarezzavo gli parlavo gli raccontavo tutto cio' stesse accadendo intorno a lei, e credetemi, sin dal primo giorno nonostante tutto il suo volto è stato sempre sereno e pieno di luce una luce particolare! Ho fatto tutto da solo ispirato dal Signore per i primi dieci giorni, poi d'accordo con i medici hanno iniziato a venire anche i familiari a trovarla in rianimazione. Io ho sempre continuato cosi' ossia... la mattina andavo da Padre Dario per pregare e per la messa poi andavo a trovare Doriana in rianimazione e it pomeriggio oltre a messaggiare con le varie persone che chiedevo di lei, andavo in chiesa d'avanti al Tabernacolo o Cupra Marittima o presso i Sacramentini a San Benedetto del Tronto dove ogni tanto parlavo con Padre Renato, sono andato anche tre volte al Santuario di Loreto. La sera ritornavo da mia moglie e gli raccontavo tutto e una volta uscito quando non c'era la preghiera di gruppo tornavo a casa e pregavo in continuazione, in macchina quando non pregavo invocavo il nome di Gesù. Doriana è rimasta per venti giorni in rianimazione durance quei giorni ha avuto tante situazioni e complicazioni : grave polmonite, edema cerebrale, edema al torace dovuto al massaggio cardiaco, difficoltà nella respirazione ma mai it cuore ha presentato anomalie o aritmie. Spesso i medici mi dicevano di prepararmi ad una situazione non bella ma io sono sempre andato avanti

con la certezza che it Signore l'aveva gia guarita. Certezza avuta la mattina del 7 gennaio quando sono entrato in chiesa a Cupra Marittima per pregare d'avanti al Tabernacolo e dopo un po' prima di uscire vado al centro della chiesa dove c'e un leggio con la Parola di Dio e sulla pagina aperta c'era il "Vangelo secondo Matteo 4,12-25" (dove si dice che il Signore passando guari' molti malati...) e dopo averlo letto con attenzione dentro di me saliva un fuoco una sensazione di gioia e di certezza che it Signore stava guarendo Doriana. E subito ho scritto via whattsapp a tutti! Scrivendo: sono entrato in chiesa... questo è it Vangelo di oggi... quindi a certo che it Signore sta passando da mia moglie Doriana e la sta guarendo nel cuore nel respiro in tutte le sue membra... e la farà risvegliare più bella e più forte di prima affinche possa annunciare a tutto il mondo la Misericordia di Dio. Amen! La mia non fu superbia o esaltazione ma certezza che mi veniva dal Signore! Ed il risultato lo vedete da soli!... Durante quei giorni vedevo tanti segni del Signore che tramite situazioni, incontri o semplicemente attraverso alcune persone mi dava la certezza della guarigione di Doriana. Mi a rimasto in mente un episodio che mi a capitato mentre Doriana era in rianimazione : era una mattina dopo una decina di giorni stava in coma farmacologico ed io avevo passato tutta la notte pregando e chiedendo al Signore quando finalmente Doriana si sarebbe svegliata... Andai all'ufficio postale e facendo la fila mi si avvicina una signora anziana che conosce bene Doriana diciamo l'ha vista crescere e mi ha domandato come stava Doriana, io gli racconto un po' it tutto e lei dopo avermi ascoltato mi racconta che anche a lei era capitato un fatto simile e ringraziando Dio oggi ha 85 anni e ancora guida la macchina godendo di ottima salute e mi ha detto (senza chiederglielo) che era stata in rianimazione per venti giorni, e Doriana è stata in rianimazione per venti giorni! Praticamente it Signore quella mattina aveva rassicurato ii mio pensiero di quando Doriana si sarebbe svegliata. II 25 gennaio mia moglie sale in cardiologia sveglia! Ma con tutte le complicanze: catatere, pek al braccio, alimentata con it sondino, senza un filo di forza e disorientata ma sempre con it volto sereno! lo ora mi fermo a questa data ma aggiungo che dal 25 gennaio al 14 marzo sono rimasto con mia moglie giorno e notte salvo qualche ora in cui io ritornavo a casa per farmi la doccia e lavare i panni e mi sostituiva it padre e it fratello Marco, nel frattempo i vari gruppi, sacerdoti, suore frati, e parenti ed amici hanno continuato a pregare, mi sono arrivati tanti messaggi vocali di conforto e benedizioni. Non dico che sia stato semplice, ma il Signore mi ha data la forza fisica e spirituale e la salute per stare accanto a mia moglie donandogli tutte le attenzioni dovute e l'amore necessario per poter superare it tutto. Aggiungo anche che in tutto questo purtroppo io ho dovuto smettere di lavorare e avendo gia una situazione economica non bella... ho finito subito le poche scorte e cosi' mi sono aperto con i van gruppi e persone e alcuni familiari sulla gravita della situazione e la Provvidenza non ha aspettato ad arrivare... e ringrazio tutte le persone che con i gruppi o in forma anonima ci hanno e ci stanno aiutando. II Signore sono certo che donera it centuplo ad ognuno di loro! La mia 6 solo un esperienza di vita vissuta in momento drastico e drammatico, voglio solo testimoniare la Grandezza e la Potenza del Signore,  l'importanza  della  preghiera, il credere  fermamente  nella  Sua  Parola sicuramente porta alla Certezza. Quando ero d'avanti al Tabernacolo dicevo al Signore: Questo è il più grande Miracolo di inizio anno, lo deve sapere tutto il mondo della Tua Grande Misericordia! E noi a dare testimonianza dell'Amore del Signore abbiamo iniziato da Don Marco ma andremo ovunque e dovunque per la Gloria di Dio. ALLELUIA!!!

DORIANA

Il 25 gennaio 2019 mi sono trovata in ospedale circondata da mio marito, mio padre, i miei fratelli Giuseppe e Marco, mia cognata (mia madre non c'era perche per evitarle il dolore le avevano nascosto gran parte della verità) che mi sorridevano e mi accarezzavano. Mi sono sentita dire che dovevo essere ricoverata perche avevo la polmonite. Ero disorientata e meravigliata, avevo come la percezione che i giorni precedenti avessi avuto una forte raffreddatura ma non avrei mai immaginato di avere la polmonite. Mi sentivo confusa e it corpo non rispondeva ai miei comandi, non riuscivo a tirarmi su, ne a muovere le dita delle mani, ero molto debole, avevo il catetere, un tubo nel naso, una flebo al braccio, respiravo faticosamente, facevo fatica a parlare, la voce era roca e mi usciva a fatica, la mia mente non era lucida. Iniziarono a passare i giorni, io mi trovavo sempre in quel letto in una camera dell'ospedale di Ascoli Piceno, sentivo le altre quattro signore che erano in camera con me che parlavano raccontando ognuna il problema per cui si trovava li ed io provavo dispiacere per le loro malattie

(chi era lì perché d'improvviso aveva perso conoscenza, chi doveva operarsi al cuore) e pensavo di essere la più fortunata perche in fondo avevo solo la polmonite. Fin quando, una settimana dopo che mi trovavo venne una dottoressa che, dicendosi felice di vedermi, mi disse, pensando che gia to sapessi, che avevo avuto un grave infarto ischemico con arresto cardiaco. In quel momento era come se it mondo mi fosse crollato addosso, ho provato un seno di angoscia e di grande sofferenza, non riuscivo a farmi una ragione di questa verita appena appresa. A questo punto mio marito ha iniziato a raccontarmi qualcosa dell'accaduto. In quei 20 giorni di coma farmacologico, mentre il mio corpo intubato soffriva, il Signore mi ha fatto un dono grande, la mia mente stava vivendo una vita che sembrava reale. Credevo di essere in una casa insieme a mio marito e a dei dottori che erano venuti in vacanza a Cupra Marittima. Mi sembrava strano che, pur avendo una casa nostra, io e mio marito soggiornassimo lì. Sembrava tutto cosi reale come quando, sentendo dell'aria che mi arrivava in testa, ho detto, sempre nel sogno, ad uno di questi dottori, che avrei preso la macchina e sarei andata a dormire a casa mia. E mi sembrava di averlo fatto d'avvero. Che dono meraviglioso che mi ha fatto it Signore!!! Continuare a vivere mentre il mio corpo era sedato!!! Immagino la sofferenza dei miei cari nel vedermi cosi e nel non sapere se mi sarei svegliata e come sarei stata dopo il risveglio. Avrei potuto avere lesioni at corpo o al cervello, avevo anche un edema cerebrale. Man mano che passavano i giorni la mia mente si schiariva e vi si affollavano tanti pensieri, sarei tornata quella di prima? Avrei potuto far tutto? Mio marito mi diceva the i dottori si meravigliavano della mia ripresa cosi veloce e strabiliante, e che addirittura una dottoressa,

che mi aveva seguito in rianimazione, gli aveva detto che it mio corpo, le mie cellule mostravano di avere dieci anni di meno. Mentre don Marco diceva "Il Signore non rattoppa ma ti dona una veste nuova." Non venivo mai lasciata sola, mio marito era accanto a me e quando tornava a casa, a farsi una doccia e prendermi dei pigiami puliti, c'erano mio padre e mio fratello Marco che, seduti accanto al mio letto, mi accarezzavano di continuo. Poi venivano a trovarmi mio fratello Giuseppe e mia cognata Stefy e, quando sono stata un po' meglio, anche mia madre. Non riuscivo nemmeno a stare in piedi perche oltre alla debolezza c' era anche il problema dei muscoli che avevano perso forza e tonicità. Anche in questa situazione secondo le previsioni dei dottori ci sarebbe voluto molto tempo prima che sarei riuscita a camminare di nuovo e mi avevano anche preannunciato che, una volta uscita dall'ospedale, sarei dovuta andare all'istituto S. Stefano per un periodo di riabilitazione. Tutti i giorni, intanto, veniva una fisioterapista dell'ospedale ed io, nonostante le poche forze, mi impegnavo molto, tanto che dopo poco tempo ho iniziato a camminare prima con il deambulatore e poi senza alcun sostegno. Il mio corpo rispondeva in modo strabiliante tanto che, a giudizio dei dottori, non era più

necessario il periodo di riabilitazione al S. Stefano. Avevo saputo che, informati da Gianni, tutti i gruppi di cui facciamo parte, RnS, Cursillos, IM, il corso di teologia, pregavano per me. Pregavano per me anche i Cuprensi, informati dal parroco don Armando durante la messa, e tutti i sacerdoti nostri amici. Nel Santuario di S. Anna a S. Maria a Mare il parroco, padre Dario,  it  giovedi  sera  durante  l'adorazione  eucaristica,  pregava  e intercedeva per me. Nella parrocchia di don Marco, ogni martedì sera di fronte al Santissimo, si pregava il rosario intercedendo per la mia guarigione. Don Marco non ha mai smesso di credere che il Signore mi avrebbe guarita. Intorno a me si era formata una cordata di preghiere rivolte al Signore per chiedere la mia guarigione. Sentivo l'amore di tutti quelli che pregavano per me e quest'amore mi meravigliava, mi commuoveva e mi confortava. Il Signore mi amava e mi faceva sentire la sua presenza attraverso di loro. Arrivavano messaggi vocali di dottori che conoscevo e dei sacerdoti. In modo particolare ricordo quello di don Armando che, usando le parole di Gesù  rivolte ai discepoli, che trovandosi in mezzo al mare in tempesta senza che il Maestro fosse con loro, temevano che la loro barca affondasse. Ma all'improvviso, dalle tenebre appare Gesù che dice loro di non temere perche Lui è sempre con loro. Questo messaggio mi ha dato coraggio e speranza perché le parole di Gesù sono rivolte a ciascuno di noi ed in quel momento erano rivolte a me. Mentre tutte queste persone pregavano per me io ho iniziato a vivere i miei 40 giorni di deserto in cui cercavo di pregare e di sentirmi vicina al Signore ma spesso non ci riuscivo e mi sentivo tentata e spesso assalita dall'angoscia e dalla disperazione perche il mio corpo gia debole a stato assalito anche da un'infezione che mi ha portato una febbre altissima. Per curarla hanno dovuto farmi flebo di antibiotici che, pur debellando l'infezione, hanno intossicato it mio corpo provocando un abbassamento dell'emoglobina dovuta all'inibizione dell'azione del midollo osseo che non produceva più globuli rossi. Ai momenti di gioia per la buona ripresa che mostravo si alternavano continuamente momenti di ansia per il sopraggiungere di nuove situazioni negative che mi facevano sembrare la fine della mia malattia sempre piu lontana. In questo stato di debolezza ho sentito gli attacchi del tentatore che cercava di indebolire la mia fede e mi veniva in mente che anche Gesù dopo 40 giorni di deserto, quando era più debole, era stato tentato. Questo pensiero mi dava la forza di combattere di affermare con convinzione che Gesti a it Signore. Ripetevo dentro di me Gesii mia forza, mia roccia, mia salvezza. Una sera su you tube ho ascoltato una catechesi di don Marco che diceva che ii nemico sfrutta la nostra paura della sofferenza e della morte per allontanarci dal Signore. In passato avevo sempre affermato e dimostrato, nelle tante situazioni di avversità avute nella mia vita, di non aver paura di nulla tranne della malattia e della morte. Non volevo allontanarmi dal Signore e anche nella sofferenza ribadivo con forza che appartenevo a Lui soltanto e ripetevo it nome di Gesù. Come potevo allontanarmi da Lui che mi aveva risvegliato, guarito, risanato. Appena sveglia mi si era affacciata alla mente la frase "Talita Kum". Sentivo che Gesù si era chinato su di me, mi aveva teso la Sua mano e mi aveva attirato a sé ridonandomi la vita come aveva fatto con la figlia di Giairo, mi aveva richiamato  alla vita non permettendo che morissi. Non era rimasto indifferente alle preghiere dei miei cari e di tante persone che pregavano per me. Sentivo che la fede di mio marito e la sua tenacia nel chiedere preghiere mi aveva salvato. Ero felice al pensiero che questa mia sofferenza aveva toccato tanti cuori avvicinandoli al Signore. Capivo che ora toccava a me dimostrare la mia fede, la mia riconoscenza ed il mio amore per it Signore e potevo farlo fidandomi e affidandomi a Gesù. Il mio calvario non era ancora finito. L'emoglobina bassa mi impediva di sottopormi alle due angioplastiche che dovevo ancora fare e cosi è iniziato un periodo di cure e di attesa a cui si a aggiunto anche il fatto che al cardiologo che mi seguiva, il dott. Delfino, erano state date, per motivi interni, delle ferie non richieste e cosi sono rimasta in balia di dottori, ogni giorno uno diverso, che non conoscevano la mia storia clinica. Ho trascorso giorni pieni d'ansia perche ogni giorno it dottore di turno prendeva una decisione diversa. Una mattina a arrivata una dottoressa che, trattandomi in modo arrogante, mi ha fatto piangere e sentire male. A questo punto insieme a mio marito abbiamo deciso di andar via dall'ospedale di Ascoli Piceno per trasferirmi a quello di Ancona, e in questo siamo stati aiutati da una nostra carissima amica. All'arrivo all'ospedale di Ancona mi sono ritrovata in terapia semintensiva con tutti elettrodi attaccati ad un monitor. Nella stanza eravarno in quattro, il rumore  dei  monitor che  suonavano di continuo era assordante,  mi provocava mal di testa e mi impediva di riposare. Ho cercato di adattarmi a questa nuova situazione sperando di poter essere presto sottoposta

all'intervento di angioplastica. Tutte le mattine, prima ad Ascoli ed ora ad Ancona, oramai da due mesi mi facevano i prelievi del sangue e oramai non riuscivano pill a trovarmi le vene. Il dottore che mi ha visitato appena arrivata ad Ancona, mi ha subito detto che anche se la mia emoglobina era 7,7 mi avrebbero ugualmente fatto l'angioplastica nel giro di pochi giorni. Questa notizia se da una parte mi confortava perche significava che presto le mie arterie sarebbero state tutte funzionanti, dall'altra rub preoccupava per il rischio di trasfusione. Nel frattempo mi avevano comunicato che dovevo fare la colonscopia perche era stato trovato sangue occulto nelle feci. Un altro problema, un'altra preoccupazione. Mi sentivo rattristata e preoccupata ma dentro di me ero certa che anche questa volta it Signore avrebbe operato. L'esito dell'esame a stato negativo. Ero dunque pronta per fare l'angioplastica. Lunedi 11 marzo sono rimasta digiuna tutto it giorno in attesa che mi operassero fin quando alle 20,00 di sera mi hanno portato la cena dicendomi che l'operazione, a causa del fatto che c'erano state delle urgenze, era rimandata al giorno dopo. Martedi 12 marzo nuovamente a digiuno. Ero tesa ma al tempo stesso nel mio cuore ero fiduciosa ed in pace. Alle 16,00 mi hanno preparato per andare in sala operatoria. Arrivata li ho trovato gli infermieri ed it dottore che, con gentilezza, cercavano di farmi stare tranquilla. Ho subito chiesto un po' di sedazione ma mi hanno risposto che mi avrebbero fatto l'anestesia locale al braccio. Nonostante l'anestesia locale sentivo la sonda che passava dentro il mio braccio. Il dolore era insopportabile. Ad un certo punto il dottore mi ha comunicato che non riusciva a passare dal braccio e quindi avrebbe provato a passare dall'inguine. Ho gridato di tenermi ferme le gambe perché da sola non ci riuscivo ma il dottore, vedendo la situazione, mi ha fatto sedare. E' riuscito a passare dal braccio portando a termine l'operazione. Grazie al Signore il dottore è stato molto bravo e nella mia arteria biforcata era stata praticata con successo una duplice angioplastica. Era andato tutto bene!! I dottori mi hanno anche detto che, inaspettatamente, la mia emoglobina prima dell'operazione era salita a 9,1 e tale era rimasta anche dopo l'operazione. II Signore sin dal 5 gennaio mi aveva detto "Talita Kum", mi aveva ridonato la vita continuando a starmi vicino. Due giorni dopo l'operazione sono stata dimessa e sono tornata a casa felice e un po' timorosa perche ora iniziava la mia nuova vita. Sono ancora debole, se faccio qualcosa in più mi viene l'affanno e debbo fermarmi. Il cardiologo mi ha detto che oltre l'emoglobina bassa ho anche i ventricoli del cuore non ancora perfettamente risanati ma io ho la certezza che presto tutto andra a posto perche "Il Signore non rattoppa ma da una veste nuova". Lui mi ha ridonato la vita e me la ridonerà in abbondanza perche il Suo amore e la Sua misericordia sono grandi. Anche ora che sono tornata a casa continuo ad avere testimonianza di affetto dai fratelli del Cursillos, RnS, IM, della scuola di teologia ma anche da parte di persone che conosco poco o per niente. Tutte queste persone hanno pregato per me e ciò mi commuove e mi rende felice perche mi rendo conto che il Signore ha toccato tanti cuori. Da questa malattia sono uscita rinnovata, ora sono piena di gioia, la gioia vera quella che viene dal Signore e con assoluta certezza posso affermare che la preghiera fa miracoli. "Chiedete e vi sara dato, cercate e troverete, bussate e vi sara aperto". In tanti hanno bussato al cuore di Gesù per me e la Sua risposta non si è fatta attendere. Grazie Signore, lode e gloria a Te !!!