PAOLA: MIO FIGLIO SAMUELE, OVVERO OTTENUTO IN PREGHIERA!

 

Mi chiamo Paola. La mia storia ha inizio nel 2004, quando dopo un’ecografia pelvica, mi diagnosticano l’endometriosi. L’endometriosi è una malattia che colpisce le donne nell’età riproduttiva ed è caratterizzata dalla crescita e proliferazione dell’endometrio, cioè del tessuto che ricopre l’utero, in altre sedi dove invece non dovrebbe essere. Questo tessuto subisce quindi le variazioni ormonali del ciclo mestruale, s’ingrossa, sanguina, si sfalda ma non riesce ad essere espulso dal corpo e provoca infiammazione cronica, dolore e malessere generale per la maggior parte dei giorni del mese, intensificandosi naturalmente durante la settimana mestruale. I cicli sono quindi molto dolorosi, emorragici, con dolore anche durante i rapporti, durante la defecazione, con frequenti cistiti, irregolarità intestinale, disturbi simili a quelli da colon irritabile. Le sedi più comuni dove si sviluppano questi focolai sono le ovaie, le tube, il setto retto-vaginale e nelle forme più infiltranti, la vescica, i reni, l’intestino e nella maggior parte dei casi, porta alla sterilità. Nel mio caso avevano diagnosticato una cisti endometriosica all’ovaio sinistro. A quel tempo non ero ancora sposata ma chiesi ugualmente al dottore se questa cisti poteva compromettere la mia fertilità e lui mi disse che non dovevo preoccuparmi perché il resto dell’apparato riproduttivo era tutto a posto.

Una volta sposata ed intenzionata ad avere un figlio, iniziarono però a passare i mesi senza che succedesse nulla; in principio pensavo di non avere beccato i giorni giusti dell’ovulazione, ma poi facendo attenzione anche a questo, il risultato non cambiava. Dopo circa 8/9 mesi decisi di fare una visita da un professore molto famoso di Bologna che aveva risolto molti casi di sterilità. Appena vide i miei esami e quelli di mio marito, ci disse che era tutto perfetto, e l’unica causa di questa mancata gravidanza era proprio la mia endometriosi che nel frattempo aveva compromesso la mia fertilità, avendomi anche ostruito una tuba. Lui mi disse che l’unica soluzione era l’intervento chirurgico che avrebbe pulito i miei organi e ristabilito meccanicamente la mia fertilità, altrimenti così non c’era nessuna speranza anche perché l’infiammazione dei tessuti non rendeva nemmeno possibile l’attecchimento di un eventuale ovulo fecondato. Nello stesso periodo avevo conosciuto Don Marco e avevo iniziato a partecipare alle sue giornate di preghiera per i malati. Lui molto fiducioso nell’amore di Dio mi rassicurò dicendomi che non sarebbe stato necessario nessun intervento chirurgico e che Dio ci avrebbe donato un figlio soltanto pregandolo, lodandolo e fidandoci di Lui. Devo ammettere che soltanto partecipando a questi incontri e pregando con fede, riuscivo ad avere un po’ di serenità, perché altrimenti mi sentivo molto frustrata e in colpa verso mio marito, essendo io la parte sterile e per causa mia, neanche lui poteva provare la gioia di diventare padre, ed ogni mese, puntualissimo, quando tornava il ciclo, cadevo in pianti disperati. Da un’altra parte però, pensando ai malati seri, mi sentivo anche ingrata a piangere per una cosa del genere, in fondo stavo bene e ringraziando Dio non avevo nessuna malattia mortale. Però il desiderio di un figlio era fortissimo e tutta la mia famiglia pregava per me affinché Dio esaudisse le nostre preghiere. Nel frattempo ero in lista d’attesa per l’intervento e successivamente anche per la fecondazione assistita.  Però come diceva Don Marco, l’intervento non fu necessario; il Venerdì Santo iniziai la recita della Coroncina della Divina Misericordia, chiedendo con fede proprio la grazia di un figlio, e senza nemmeno dover arrivare alla domenica dopo Pasqua, scoprii di essere incinta.. Gesù proprio nei giorni della Pasqua e della Sua Resurrezione aveva resuscitato anche il mio utero sterile! Alla prima ecografia, la dottoressa mi disse che era stato concepito l’ovulo rilasciato dalla tuba sinistra, proprio quella chiusa, confermandomi il miracolo di cui il mio cuore e la mia fede erano certi e grati a Dio.  Dopo un lunghissimo periodo di tentativi, durato due anni e mezzo, il 30 dicembre 2011, è nato il nostro Samuele. Il suo nome è stato scelto proprio per il suo significato “ottenuto in preghiera” “Dio ha ascoltato le nostre preghiere” ed ogni giorno che passa non posso che ringraziare e lodare Dio per il Suo amore infinito e misericordioso.  E lo ringrazio anche per avermi fatto conoscere Don Marco che con le sue preziose preghiere ha intercesso per noi affinché si realizzasse questo miracolo ed ha contribuito ad accrescere la mia fede.       

Lode e Gloria a Dio!  

Paola