CHIARA: UNA GRAVIDANZA ANDATA A BUON FINE!
La mia storia è la testimonianza di come il Signore interviene e guarisce non solo in occasioni straordinarie , malattie o sofferenze eclatanti ma anche nella semplicità della quotidianità di ciascuno di noi. A marzo sono diventata mamma per la seconda volta, la data presunta del parto era il 6 ma in una notte di fine febbraio accuso un fortissimo dolore al fianco destro. Il dolore unito al fatto che non sentivo muovere la bambina da diverse ore mi inducono ad andare in ospedale. In ostetricia mi sottopongono subito ad un tracciato per monitorare la situazione della bambina, in particolare il battito cardiaco e la presenza di eventuali contrazioni. Il tracciato della durata di 1 ora e trenta non convince la dottoressa di turno che lo definisce un tracciato monotono al limite della normalità e che potrebbe indicare sofferenza fetale, pertanto mi ricovera e inizia a parlare di un’ eventuale induzione del parto. Il dolore al fianco non sembra legato allo stato di gravidanza ma non sanno cosa sia e mi somministrano 1 antispastico che però non ha alcun effetto. Nell’arco della giornata vengo sottoposta ad un monitor ogni 4 ore circa. I tracciati sono tutti simili tra loro ma i diversi medici di turno ne danno valutazioni diverse tant’è che a fine serata vengo dimessa con l’invito a tornare la mattina successiva. Il giorno dopo vengo accolta dalla stessa dottoressa che mi aveva ricoverato, faccio di nuovo il tracciato e lei torna a dirmi che è un tracciato potenzialmente pericoloso pertanto mi invita a tornare nel pomeriggio e mi dice che se il tracciato sarà simile occorrerà indurre il parto. Torno, ripeto il tracciato, simile al precedente ma la diversa collega di turno non lo trova brutto e mi dice che ci sarebbero più rischi ad indurre il parto anziché ad aspettare che il parto si apra spontaneamente. Il dolore al mio fianco permane ed io non sono tranquilla e mi chiedo com’è possibile dare delle valutazioni tanto diverse ( induzione; vai a casa) di uno stesso esame. Chiamo Don Marco e gli chiedo di pregare affinché venga fatta la giusta valutazione. Così il Signore ci ascolta subito perché il giorno dopo vengo contattata da mio ginecologo che, a conoscenza dei fatti accaduti e essendo propenso nell’incertezza del tracciato ad indurre il parto, mi vuole sottoporre personalmente al monitor. Il risultato diverso da tutti quelli dei giorni precedenti è praticamente perfetto e non lascia adito a dubbi. Il dolore al fianco che aveva continuato ad accompagnarmi seppur in forma più lieve, scompare senza che nessuno mi abbia saputo dire a cosa fosse dovuto. Agnese nasce con parto spontaneo una settimana dopo bella e in perfetta salute. Il primo mese e mezzo tutto procede bene poi inizio ad avere qualche problema nell’allattamento al seno, una cosa che dovrebbe essere naturale ma che invece mi sono resa conto che anche essa è dono e provvidenza. La bimba inizia a piangere mentre mangia e fa fatica a fare una poppata completa. Inizialmente imputo il pianto a delle coliche e anche se non ne ha tutte le caratteristiche (avendo un altro figlio e lavorando con dei bambini anche piccoli so riconoscere le caratteristiche di una colica) inizio il trattamento anticolica prescritto dalla pediatra ( provo tre farmaci nessuno dei quali porta giovamento). La bambina piange talmente tanto quando è ora di mangiare che non vuole più attaccarsi al seno e inizia a non crescere in modo adeguato. Interpello la pediatra la quale mi dice che probabilmente non ho più latte ma non è così tant’è che mi tiro il latte con il tiralatte nella quantità idonea alla poppata ma mia figlia non ne vuole sapere di bere dal biberon. Seppure a malincuore ( conoscendo i benefici sia fisici che relazionali dell’allattamento al seno) mi convinco a passare al latte artificiale, latte che grazie a Dio che comunque vigilava, Agnese non ha mai voluto. La bambina voleva bere dal seno ma ogni qualvolta il latte iniziava a scendere lei iniziava ad urlare e quindi si staccava per poi non volersi più riattaccare. Le poppate erano interminabili e frustranti con una serie di conseguenze negative: poco tempo da dedicare all’altro figlio, io stremata e lei che non cresceva e non evacuava, aggiungendo quindi problemi intestinali ad una situazione già complicata. Non essendo di nuovo chiara la situazione chiamo Don Marco e chiedo preghiere. Nel giro di un giorno Agnese smette di piangere e tutto torna normale. Purtroppo però il male quando si insinua può essere difficile da estirpare così dopo dieci gironi circa si ripresenta il problema e Agnese torna a stare male. Aspetto a ricorrere di nuovo alle preghiere sperando che sia una cosa passeggera anche perché avrei avuto il controllo dalla pediatra e avrei potuto iniziare con lo svezzamento a somministrare le pappe. Al contrario di ogni mia aspettativa la pediatra, una donna cinica e normalmente non molto propensa all’allattamento al seno mi invita a portare pazienza e a cercare di protrarre l’allattamento il più a lungo possibile, così mi rimetto in gioco. Ma nella realtà è evidente che la bimba quando mangia sta male e mi devo arrendere al fatto che non ci sono espedienti pratici o medicinali che la consolino così ricorro di nuovo a Don Marco e il Signore per sua intercessione concede di nuovo la grazia, questa volta definitiva di un sano allattamento al seno. Agnese ha 5 mesi ed io sto ancora allattando.
Anche se la mia storia non lascerà nessuno sbalordito per me è stato evidente l’intervento del Signore e come il cieco guarito è tornato indietro a ringraziarLo anche io lo voglio ringraziare rendendoGli testimonianza.
Chiara